I primi abitanti di Bornato
I primi insediamenti umani, nell'area di Bornato, sono da collocare lungo l'affluente che dal Lago d'Iseo scendeva formando la valle di Bornato-Calino per poi confluire nel fiume Mella e, più precisamente, ritrovamenti di alcuni reperti di ceramica nera sul colle di Santo Stefano a Calino e sull'altopiano nei pressi della fontana di Bornato di Via Basso Castello testimoniano presenze in età neolitica. Che tra i due altipiani scoresse il fiume è provato dall'esistenza del toponimo Dom (attualmente la zona di via Duomo di Cazzago San Martino). Il termine Dom è di origine iberico-ligure e sta ad indicare un bastione fluviale (come il bastione portuale di Iseo).
I primi insediamenti umani, nell'area di Bornato, sono da collocare lungo l'affluente che dal Lago d'Iseo scendeva formando la valle di Bornato-Calino per poi confluire nel fiume Mella e, più precisamente, ritrovamenti di alcuni reperti di ceramica nera sul colle di Santo Stefano a Calino e sull'altopiano nei pressi della fontana di Bornato di Via Basso Castello testimoniano presenze in età neolitica. Che tra i due altipiani scoresse il fiume è provato dall'esistenza del toponimo Dom (attualmente la zona di via Duomo di Cazzago San Martino). Il termine Dom è di origine iberico-ligure e sta ad indicare un bastione fluviale (come il bastione portuale di Iseo).
In questa fase è da ravvisare, come in altre fosse fluviali lacustri, dal Lago d'Iseo a tutta la Franciacorta, l'abitabilità preistorica formata da palafitticoli, pastori e cacciatori.
E' la cosiddetta Civiltà delle Lagozze, numerose in lombardia.
Ne conosciamo i reperti, ma non le genti, che vivevano in palafitte.
Si intende per palafitte non solo quelle in acqua, ma anche sui terrapieni; una costruzione di legno, con il tetto di pagliapressata, di forma più o meno circolare: uno stanzone sostenuto da pali, e con recinto di pali e di sassi, nel quale stanno glia animali domestici e le varietà di lavoro artigianale del legno, dei metalli, della carnee delle pelli animali; ma anche dei vasi di stile preistorico come alla Polada a Sud di Lonato ed a Remedello, sul basso Chiese.
Queste genti si devono dire preindoeuropee, cioè che non hanno nulla a che vedere con i Celti, i Greci o i Romani, trovandosi in epoche anteriori al 1000 a.C.
Due nomi di un linguaggio preindoeuropeo sono appunto Barco e Gandovere, diffusissimi nell'Europa occidentale preistorica.
Ci suggeriscvono un linguaggio di genti dette Ibero-Liguri, che i Romani, a loro tempo, definiranno estremamente primitive e violente.
Il termine brco (Barc) deriva dall'iberico "Bar", cioè il lanuto, montone, pecora; anche "Ber" (con pronuncia celtica successiva) detto ancora bar, dai pastori bergamasco-bresciani a proposito del montone, in tedesco "Berg"(ovile): in dialetto bresciano "Barec".
Di qui, il francese brebis (barebis), il termine lombardo pastorale bergamino, così berga cioè la stalla dei Bar; come i Bergamaschi (Bergomates); nella pianura bresciana Berlingo, in Valcamonica i due Brzo, in Valtrompia i due Pertica (Bèrtega); ad ovest di Iseo: Beroard, Barco, Barro.
La pecora era un animale diffusissimo e di alto prezzo e lo è stato anche in tempi vicino a noi per i suoi molteplici valori, per la nutrizione e per il vestiario.
Origine del nome di Bornato
Il termine è dei Celti, cioè del secolo IV a.C.; gente indoeuropea transalpina, del tutto diversa per lingua, religioni e istituzioni dagli Ibero-Liguri come nell'aspetto: alto e biondastro nei Celti, mentre i precedenti di aspetto minore e nerastro, di origine mediterranea occidentale.
Bornato prende il nome dal celto Bor, (anche Bro, Bru), cioè sorgente; termine tra i più diffusi dal Po al Mare del Nord; ad esempio come Bormio (Valtellina) e Bormitomagus ( scrittura tedesca di Worms) presso medio Reno Occidentale.
E' interessante rimarcare che Bonato è sempre stato un paese ricco di sorgenti (Via Pieve Vecchia, il Pusol, Via Valle e Via Basso Castello).
Si ricordi, nel termine celtico, il fiume Bormida. Il Dio delle sorgenti era Bormanus.
Per Celti intendiamo i Galli Cenomani fondatori di Brixia.
Amano le colline e i terrapieni, adatti ad accampamento e fortezze, i cavalli e le armi. Danno impulso all'industria del ferro ed alle vie rotabili.
Le costruzioni celtiche sono del tutto grossolane, a palizzate (di massi e di pali) senza criteri geometrici o di architettura.
Una prova indiretta del loro insediamento in Bornato può essere desunta dal nome della località dei "Paì" (Baì) in origine una lagozza formata dal Longherone - che in termine celtico (Paì si legga Baì) sta ad indicare una baita di legno.
I Cenomani conoscono una rozza scultura e rozze sono le loro tombe (spesso ricche di reperti guerreschi, se il defunto è dell'ordine militare). Conoscono le monete, coniate da loro, con scritture dell'alfabeto etrusco-nordico; usano tale alfabeto per laste tombali, per vasi e per lapidi, anche in tempo romano.
Il loro insediamento militaresco va portato in Bornato, con centro nel Castello ed aree adiacenti, proprie di abitato antico di quel tempo, sfruttate poi dai Romani e dai Longobardi, essendo Bornato una traversa obbligatoria da Rovato alla Bassa Valtrompia, via Rodengo e Ome.
M. Grammatica,"Sebino e Franciacorta. Dalle origini al medioevo" - dattiloscritto